Chiudo l’esperienza romana di Trame con l’ultima domanda che i partecipanti all’incontro mi hanno posto:
“Aroti, in questi 24 anni ti sarai incontrata e scontrata con tante concezioni fuorvianti dell’adozione. Intrecciare storie è un mestiere difficile. Chiedo a te, che hai vissuto l’adozione “dall’altra parte dello specchio”, cosa ti senti di consigliare o suggerire, sia alle famiglie che si avvicinano al percorso adottivo, sia ai genitori e ai giovani adottati che sentono l’esigenza di intraprendere la strada che li ricondurrà al punto di partenza, alle origini della loro storia”.
L’adozione è un modo straordinario per diventare una famiglia, è però anche l’unica forma di genitorialità che non viene sostenuta dallo Stato in Italia. Per questi motivi, l’adozione è qualcosa di cui prendersi cura sfatando un pò i falsi miti.
Spesso ho sentito dire che l’adozione è una seconda nascita, o una rinascita. Probabilmente lo è come una rinascita spirituale, o sotto una nuova consapevolezza di un singolo, ma ciò che è indiscutibile è che ogni bambino adottato arriva con una valigia già fatta. Le valigie di alcuni sono davvero pesanti, quelle di altri sono pieni di fantasmi, mai vuote ma con dei vuoti interiori. Arriva con dei legami, delle radici che sono da coltivare e non sono da spezzare come alcuni sostengono.
Ci vuole pazienza e costanza nel disfare piano, piano queste valigie e non sarà un processo semplice. A volte andrà subito bene, altre volte invece si dovrà rifare da capo ciò che è stato fatto il giorno prima, oppure trovare una via totalmente diversa.
Spesso i ragazzi adottati sono molto più esigenti, soprattutto perchè quel senso di “abbadono” resta. Per questo motivo c’è bisogno di essere rassicurati. Questo ritengo sia un aspetto davvero fondamentale per cui sia la famiglia, sia i futuri fidanzati/e ma anche gli amici, debbano avere la pazienza e la costanza nel dare la propria presenza e mai un’assenza troppo lunga.
L’essere considerati, coltivare o avere cura dei legami prima dell’adozione, informarsi o trascorrere del tempo nel paese d’origine dei figli. Parlare con rispetto dei genitori biologici, resta un altro importante fattore, perchè questo aiuterà i figli nell’accrescere la loro autostima e sicurezza. Sono tutti punti fondamentali da tenere in conto, sempre.
I genitori che si avvicinano al percorso adottivo, dovrebbero tenere assolutamente in mente che il bimbo, la bimba o i bimbi che arriveranno, non saranno certo l’ideale di figlio che si sono immaginati, ma il frutto di un desiderio, di un progetto comune fatto di un’attesa che va ben oltre i nove mesi. Un tempo lungo perchè possano superare il proprio lutto o maturare al meglio, sempre più consapevoli, verso la scelta che si sta per fare. Senza indugio.
E’ fondamentale sin da subito tenere a mente che si dovrà coltivare le radici dei figli perchè è la base della loro identità.